Studio PAZ siamo noi, Enrica e Giuseppe: una interior designer che ama decorare tra fiori e colori e un architetto paesaggista che si diverte a fare il giardiniere: 100% creativi, profondamente Paz.
Due anime diverse e complementari che lavorano a braccetto con la Natura e con il Design emozionale.
Rigorosi grazie alle conoscenze botaniche, tecniche e scientifiche delle nostre professioni, ma anche liberi ed eclettici nella sperimentazione di materiali e colori e nella ricerca dell’armonia degli elementi, coltiviamo ogni giorno la nostra sensibilità estetica facendo squadra nel lavoro e anche nella vita di tutti i giorni.
Alla costante ricerca di ispirazione, abbiamo imparato come creare ambienti coinvolgenti e scenografie emozionanti.
Cerchiamo ispirazione nei dettagli, nella bellezza, siamo a nostro agio immersi nella natura e nel design, facciamo del nostro lavoro radici di poesia e semplicità.
La nostra attività si sviluppa come le nostre competenze, in molte direzioni, dalla progettazione di spazi esterni alla realizzazione completa di giardini e allestimenti per spazi temporanei, passando attraverso consulenze creative nell’ambito dell’arredo e dello styling di interni.
È la voglia di seminare e coltivare valori nuovi, di condividere la nostra visione del paesaggio, della natura e del design che ci ha fatti incontrare nel 2005.
Da allora lavoriamo insieme.
Il nome del nostro studio, PAZ deriva proprio da quello che stai immaginando: ci hanno sempre detto che siamo pazzi a fare quello che facciamo come lo facciamo, perché richiede un grande coinvolgimento e un’inesauribile spinta a fare meglio.
PAZ è anche Pazienza, una virtù che i giardinieri conoscono bene, costantemente in ascolto e in attesa dei piccoli segni che la natura dà.
Abbiamo capito ben presto che potevamo divertirci facendo quello che eravamo bravi a fare, che correre insieme ci avrebbe fatto arrivare sempre un po’ più in là, che condividere le nostre idee e seminare una filosofia del nostro lavoro più umana, più felice, più PAZ, era la missione che eravamo stati chiamati a portare avanti.